14 giugno 2008

La forza degli eroi

Il titolo avrà ispirato i vari supereroi Marvel, ma la discussione che voglio sollevare ha in realtà un oggetto molto più serioso ed importante. Sono stato ad un incontro organizzato dai ragazzi del Progetto Itaca, sul tema CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E MODERNIZZAZIONE DEL SUD, in cui sono intervenuti Piero Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, e Ivan Lo Grasso, Presidente Confindustria Sicilia e Banco di Sicilia. Ora non voglio aprire un discorso tanto ampio quanto quello trattato nell'incontro, ma molto più intimo e personale. Prendo spunto da un dialogo tra Falcone e Buscetta, di cui ci ha fatto partecipi il procuratore antimafia:

Buscetta: se lei racconterà tutto questo (riferendosi a quello che poi sarà alla base del megaprocesso) , o ci prenderanno per pazzi, o ci uccideranno.
Falcone: Non importa cosa faranno, di noi: nostro dovere è lavorare, se ci uccideranno importa solo che altri giudici continuino il nostro lavoro.

Inoltre ha concluso il suo discorso dicendo: "Io, nella vita, ho come ideali due amici che ho perso che strada...Falcone e Borsellino......Grazie." (Scroscio di applausi commossi durato 3 minuti)

Penso che la straordinarietà di questi uomini, consista non nel loro "coraggio", ma nella loro infinita dedizione al lavoro: in che senso? Probabilmente, se Falcone e Borsellino fossero stati spazzini, le strade a loro assegnate sarebbero state più pulite (non so se ho reso l'idea).
Un secondo spunto che la mia mente bacata ha concepito, è:
al di là che può essere ogni convinzione personale (come una religione, un ideologia, ecc ecc). esiste dentro di noi una forza comune a tutti, una energia da risvegliare, un qualcosa che possa farci superare addirittura la paura della morte, che sia un patrimonio comune a tutti? una sorta di senso civico potenziato, un cuore pulsante di giustizia? qualcosa che riesca a farci andare oltre l'egoismo personale, familiare o di fazione, per farci lavorare INSIEME per il "bene" ?

Concludo con un ringraziamento agli interessati.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Giovanni, mi piace molto il tuo blog... è ricco di contenuti. Mi raccomando: non farti prendere troppo dalla visione apocalittica di Martone. Bisogna guardare la realtà nuda e cruda - è vero - ma si deve anche avere la forza di non campare di catastrofismi.
Perdonami se non rispondo direttamente alle due domande che poni nel post ma, pensando al senso complessivo della questione (e anche a Martone), mi viene da pensare che le grandi rivoluzioni sono innanzi tutto individuali (migliorare se stessi è molto difficile). Il punto è che dalla rivoluzione individuale dipendono molte cose... e penso al lavoro meticoloso di falcone e Borsellino ma anche del netturbino più anonimo.
Dovresti leggere (se ancora non hai avuto modo) "Cose di cosa nostra", un'intervista a Falcone curata da Marcelle Padovani.

Giovanni Affinita ha detto...

per ape studente: ehm...chi è Martone? Sai che questo punto di vista mi era scappato? "Le grandi rivoluzioni come una rivoluzione prima di tutto, individuale". Che bel concetto! Ti rigrazio per il consiglio sul libro, che comprerò non appena possibile.

Anonimo ha detto...

Chi è Martone?! Sei tu quello che va agli incontri di Itaca, no?

Giovanni Affinita ha detto...

non ne faccio parte....conosco uno o due componenti!