18 giugno 2008

Per-dono

Cara Ape Studente, le domande che hai posto nei commenti a questo tuo intervento, meritano una riflessione a parte. Riporto qui sotto il tuo quesito:

"La gente crede che perdonare sia dimenticare. Un po' come sospendere il giudizio. Invece vedi io ho capito che perdonare è proprio la perfezione del giudizio. Il suo pieno compimento"
Grazie mille a Giovanni e a Mr.Collins (che da ieri è un po' più reale ed è simpaticissimo).
La parte del racconto che mi ha colpita di più è quella che ho riportato sopra. Ho provato a scomporla e a farmi delle domande che vi passo... poi potremmo confrontare
 le risposte.
1)Perdonare è dimenticare?
2)Dimenticare significa sospendere il giudizio?
3)Che cosa vuol dire l'autore quando afferma che perdonare è il pieno compimento del giudizio? E' condivisibile questa affermazione?


Posso darti la mia opinione, frutto delle mie speculazioni di pensiero (sai, essendo economista, la speculazione mi riesce bene :-). Mi farebbe molto piacere che 
prof 2.0 prendesse parte alla discussione, per restare meravigliati dal prossimo coniglio saltellante che uscirà dal suo magico cilindro.

1-Non conosco l'etimologia delle due parole, ma penso che già in questo modo si potrebbe trovare l'enorme differenza tra i due verbi. Per me, perdonare, è riabilitare allo stato di "uomo" un qualcuno che con le sue azioni, secondo il nostro punto di vista, avevo perso lo stato di "uomo". Renderlo, nuovamente, ai nostri occhi, un nostro pari.
2- Qui ti rispondo con la citazione della domanda 3: il perdono è il compimento del giudizio. Solo perdonando, giudichiamo perfettamente: perchè? Chi siam
o noi per giudicare? Solamente restituendo la dignità di uomo, otteniamo una perfetta giustizia.

In realtà non dimentichiamo che perdonare non significa subire un sopruso: Perdono e Giustizia sono due facce della stessa medaglia.
Il perdono rende libero chi lo esercita.
A questo proposito vorrei citare una tradizione Masai (non so se sia vera o no) che racconta la splendida Kidman in "The Interpreter". Quando un uomo di macchiava di assassinio, veniva incarcerato. Dopo un anno, veniva portato in mare, e veniva lasciato affogare. Se la famiglia dell'assassinato l'aveva perdonato, aveva metabolizzato il dolore, lo avrebbe salvato; altrimenti, l'avrebbe lasciato morire, ma avrebbe vissuto con il rancore di una morte "evitabile" per tutta la vita. P
er quanto mi riguarda, il primo caso è anche un Nash Equilibrium...
Spero di aver fornito qualche spunto utile..
a presto!


Aforisma del Giorno
"Il perdono è la qualità del coraggioso, non del codardo." 
Gandhi

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti farò pagare la proprietà intellettuale...
:-)

Prof 2.0 ha detto...

Mi farò vivo presto. Abbi pazienza...

BettingMaker ha detto...

ciao mi piacerebbe aggiungerti alla mia lista di blog amici. se ti va uno scambio link fammi sapere
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Giovanni Affinita ha detto...

per robj: d'accordo. Ho visto il tuo spazio, veramente interessante e completo! Complimenti!

Prof 2.0 ha detto...

Ti ho aggiunto! A presto.

Anonimo ha detto...

perdonare è credere che l'altro, che in qualche modo ti ha offeso, è molto di più delle sue azioni quindi a questo lui puoi, anche con difficoltà, "donare"la possibilità di essere questo di più